Smart Building Alliance, come già nel 2022 ha patrocinato e collaborato attivamente alla realizzazione dello Smart Building Roadshow, un’iniziativa dall’alto valore formativo organizzata da Pentastudio e promossa da ANIE-CSI e da ANCE
Un bilancio sicuramente molto positivo quello che scaturisce dalla partecipazione di SBA all’ottava edizione del Roadshow organizzato da Pentastudio in cinque città italiane, da nord a sud, per sensibilizzare il mondo della progettazione edilizia ai temi dell’innovazione impiantistica e tecnologica. La partecipazione attiva del vicepresidente Ernesto Santini in qualità di relatore e di numerosi altri componenti dell’associazione in veste di partner industriali ha permesso di porre all’attenzione dei progettisti intervenuti i principali temi cari all’associazione, a partire dall’importanza di dotare gli edifici, sia in caso di nuova costruzione che di retrofit, di un’infrastruttura digitale abilitante per i nuovi servizi.
Alle cinque tappe del Roadshow, che si sono tenute tra maggio e giungo nelle sedi ANCE delle città di Palermo, Bari, Roma, Milano e presso la sede di Progetto Manifattura di Rovereto, hanno partecipato circa 200 professionisti, tra Architetti, Ingegneri e Periti Industriali, che hanno potuto godere dei crediti formativi professionali erogato dai rispettivi Ordini Professionali. Di grande interesse è stata l’interazione anche con i responsabili di alcune aziende leader in settori merceologici specificatamente legati ai processi di innovazione nel campo dell’edilizia. La scelta delle sedi aveva anche l’obiettivo implicito di saggiare il diverso grado di maturità dei territori, ed effettivamente si sono potute notare le differenze sostanziali di un Paese notoriamente molto “lungo”
Il format adottato per la prima volta dagli organizzatori è stato per molti versi innovativo, puntando ad avviare un dialogo più stretto con i partecipanti, organizzando di fatto cinque masterclass della durata di una giornata, con momenti di confronto molto aperti, nel corso dei quali si sono palesate in modo molto chiaro le esigenze e le problematiche nell’armonizzazione della filiera dell’innovazione, che nei progettisti ha un anello fondamentale anche per il loro rapporto privilegiato con la committenza, come è stato evidenziato anche dalla partecipazione ai lavori dei rappresentanti di ALA-Assoarchitetti, titolari tra l’altro del Premio Internazionale Dedalo Minosse, l’unico al mondo dedicato alla committenza architettonica.
La formula ha manifestato la sua bontà proprio nella sua capacità di abbattere barriere che spesso si creano tra docenti e discenti, assumendo un carattere più seminariale e andando a costituire una sorta di punto di partenza per costruire relazioni future e soprattutto l’embrione di una community professionale in grado di condividere visioni e metodologie.
Dai cinque incontri il dato che è emerso con maggiore forza è la richiesta esplicita e pressante di aiuto da parte dei progettisti, chiamati a dominare un universo tecnologico in rapidissima evoluzione di cui è difficile tenere il passo. Un universo fatto di iperspecializzazioni ma che vanno messe a fattor comune attraverso un indispensabile processo di integrazione.
Parliamo quindi di diverse figure professionali, alcune delle quali del tutto nuove, almeno nel campo dell’edilizia. Così come si stanno affermando i BIM specialist a disposizione degli studi di progettazione, segnando anche un confine generazionale al riguardo, durante il Roadshow è emersa la centralità della figura del System Integrator, ancora ben poco delineata e scarsamente utilizzata nel campo dell’edilizia, ma che probabilmente costituirà nel prossimo futuro una sorta di “ufficiale di collegamento” tra gli esperti delle diverse discipline e il progettista, con l’obiettivo di gestire il tutto attraverso l’intelligenza di una piattaforma BEMS, non solo in fase di realizzazione, ma soprattutto in fase di gestione.
Un altro dato emerso con chiarezza è che se il driver oggi sembra essere sempre più la commistione strettissima tra digitalizzazione e gestione energetica, al punto da coniare il neologismo di “digital energy”, non altrettanto chiari sono gli “strumenti” indispensabili per andare nella direzione indicata dalla direttiva europea sulle “Case green”. Troppo si è parlato, infatti, di struttura fisica dell’edificio e troppo poco di tecnologie a basso impatto in grado di ottimizzare l’autoproduzione energetica e i consumi.
In tal senso la grande partita dell’Autoconsumo collettivo e delle Comunità energetiche, a detta di tutti i presenti, costituirà il quadro entro il quale sviluppare i nuovi progetti, ma anche tutte le attività di “retrofit” che interesseranno il patrimonio costruito, la cui conversione green costituisce senza dubbio una delle più grandi partire, anche dal punto di vista economico, che ci troveremo a giocare nei prossimi decenni.