Santini: “Diamo compimento alla legge 164 del 2014, che impone l’impianto multiservizio in fibra ottica negli edifici nuovi o profondamente ristrutturati. Di più, adottiamolo anche nelle ristrutturazioni delle colonne montanti energetiche vetuste, che riguarderanno oltre il 60% degli edifici italiani”.

Da tempo non esistono più servizi che non siano digitalizzati. Prendiamo come esempio rilevante la distribuzione delle energie: non è più immaginabile l’erogazione senza la gestione dei dati di consumo, di fatturazione e di regolazione. Questa connessione tra servizio e sua rappresentazione digitale è divenuta così stretta che spesso è difficile vedere il confine tra l’una e l’altro, e nel futuro questa tendenza non potrà che aumentare, essendo già molti servizi di natura prevalentemente digitale. Questo non vuol dire che tutto sia stato fatto, ma che anzi sussistono problemi rilevanti ancora da risolvere e azioni da intraprendere urgentemente.

Due casi sono particolarmente attuali, entrambi relativi alla distribuzione dell’energia elettrica. Il primo riguarda la gestione dei veicoli elettrici: in un ambito condominiale, la ricarica nei parcheggi comuni presenta notevoli difficoltà. Non solo l’impianto elettrico può non essere adeguato, in termini di architettura, potenza disponibile, sezione dei cavi, presenza di colonnine, ma è anche problematica la corretta fatturazione del consumo. Come faccio a far risalire al mio contratto l’energia prelevata alla colonnina condominiale e alimentata dalla rete condivisa? Già si litiga per la lavatrice messa in cantina, o per l’uso dell’ascensore, figuriamoci per carichi elettrici così rilevanti da sbilanciare i consumi dell’intero edificio. Ad oggi, l’unica soluzione paradossalmente pratica, che non richieda pesanti e costosi interventi di rifacimento della rete condominiale, è tirare una prolunga dal proprio balcone. Ammesso che  il regolamento e la ragione ve lo consentano. La soluzione corretta sarebbe invece quella di dotare le colonnine di ricarica di contatori certificati e connessi ad un impianto multiservizio TCP/IP, che consentano di identificare il qualche modo l’utente e associarlo al proprio contratto di fornitura d’energia, e di installare un semplice dispositivo di bilanciamento dei carichi al servizio dell’intero edificio, per rimanere nei limiti dell’impianto elettrico e per gestire correttamente priorità e consumi.

Il secondo esempio riguarda la futura creazione di comunità di produttori-consumatori di energia elettrica (prosumer), dove si potrà acquistare o vendere l’energia elettrica usata o generata localmente da tutti i membri del consorzio. Per far questo però è necessaria una connessione digitale veloce tra tutti gli utenti della stessa comunità, che permetta in tempo reale di: bilanciare i carichi rimanendo nei corretti dimensionamenti impiantistici; rispettare i limiti dei contratti con gli altri membri del consorzio e con la rete pubblica; impedire situazioni pericolose e l’intervento dei dispositivi di protezione, gestire la contabilità dare-avere dei membri; condividere situazioni climatiche; consentire la manutenzione. Come è evidente, non si possono utilizzare gli attuali contatori, che utilizzano per la comunicazione una tecnologia inadeguata e ampiamente obsoleta, se paragonata, ad esempio, alla connessione TCP/IP.

Discorso analogo può essere fatto per altri servizi energetici, come acqua e gas, ma anche per altri tipi di servizio, come la sicurezza, o la sanità a casa.  Il fattor comune di tutte queste funzioni rimane l’edificio. Non solo esso ci offre protezione e riparo, ma diventa il tramite per la comunicazione in tempo reale tra l’essere umano e la collettività, vista anche come prestatrice di servizi per la persona. L’edificio ospita gli impianti, e connette le smart grid e la smart city con le esigenze del singolo, e tutto questo viaggia in grandissima misura su rete digitale.

Allora, diamo compimento alla legge 164 del 2014, che impone l’impianto multiservizio in fibra ottica negli edifici nuovi o profondamente ristrutturati. Di più, adottiamolo anche nelle ristrutturazioni delle colonne montanti energetiche vetuste, che riguarderanno oltre il 60% degli edifici italiani, per intenderci quelli costruiti prima del 1970. Il sovraccosto modesto rappresenterà un risparmio enorme per le nostre tasche e quelle dello Stato, visto che su quella semplice colonna dorsale transiteranno tutti i servizi cui siamo interessati, attuali e futuri. Non perdiamo questa occasione storica per trasformare il nostro Paese, risparmiando oltretutto un sacco di soldi e creando l’opportunità di mercato per nuovi servizi che oggi non riusciamo neanche a immaginare.

Chi è interessato a contribuire a questo progetto, ci contatti a www.sba-org.it

Ernesto Santini
vicepresidente Smart Buildings Alliance for Smart Cities Italia