Il tema dell’IAQ è importante e d’attualità. È risaputo che il benessere delle persone negli edifici dipende anche dalla qualità dell’aria e virus e patogeni sono più facilmente trasmissibili al chiuso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Se non è facile farsi un’idea chiara ed esaustiva dell’effettivo stato degli impianti in merito all’IAQ, anche se da un punto di vista aneddotico (pensiamo alle scuole) sappiamo che c’è tanto da fare, dal punto di vista normativo invece è più facile fare una valutazione di massima.

 

 

 

 

 

 

 

Tenendo conto che si parla di IAQ e dell’importanza della ventilazione fin dal 1975, con l’art. 6 del DM 5 luglio e con l’art. 5.3.12 del DM 18 dicembre (che prescriveva un ricambio d’aria minimo nelle scuole) a livello italiano le due principali norme di riferimento oggi sono la UNI EN 16798-1:2019, e la UNI 10339:95, ormai datata e in revisione da anni.
Luca Alberto Piterà, socio fondatore SBA e Segretario Generale AiCARR, commenta a proposito:

 

 

 

 

 

 

 

I lavori di revisione hanno subito diversi cambi di direzione negli ultimi anni, per potersi adattare al panorama normativo internazionale e alla situazione attuale. La versione andata in inchiesta pubblica finale nel 2015 è stata riorganizzata, andando a costituire da una parte l’allegato nazionale (normativo) della UNI EN 16798-1 per quanto riguarda i requisiti minimi di IAQ e comfort termico, mentre altre 4 parti vanno a definire i requisiti minimi di progettazione degli impianti aeraulici, differenziandoli tra impianti residenziali e non. Aggiungiamo che, presto usciranno le linee guida di attuazione del DM del 18 dicembre 1975 sull’obbligo di ventilazione meccanica nelle scuole*.

 

 

La 16798, facente parte del mandato M480 del CEN, relativo alle norme legate alla direttiva EPBD, ha un approccio olistico legato al benessere delle persone (descrive requisiti in termini di temperatura, illuminazione e acustica). Intorno a queste 2 norme ci sono una pletora di norme attinenti, tra cui quelle che dettagliano le funzionalità e l’applicazione dei filtri (UNI EN ISO 16890, 1822, 11254), norme per applicazioni specifiche, come la recente UNI/PdR 122:2022 che definisce strumenti e metodi per il monitoraggio dell’IAQ nelle scuole e i CAM Edilizia (Criteri Ambientali Minimi). In alcuni casi si è visto fare riferimento anche alla norma americana ANSI/ASHRAE Standard 62.2-2019 e non dobbiamo dimenticare le certificazioni volontarie (ad esempio LEED e il suo indice IAQ).

 

 

 

 

La 16798 (la prime 4 parti) definisce i parametri per la progettazione e i metodi per la definizione della qualità dell’aria (in base alla qualità dell’aria percepita, ai limiti della concentrazione di sostanze inquinanti e alle portate di ventilazione predefinite) in base alla tipologia di edificio.
La parte 3 definisce gli aspetti tecnici per la progettazione, inclusi tipologia di impianti, modalità di controllo e filtrazione.
Il quadro normativo è quindi ampio e dettagliato: occorre solo attuare le pratiche di riferimento.
Una sfida interessante per il futuro, resa più evidente dalla pandemia di COVID, è l’inserimento a livello legislativo degli aspetti legati ai rischi biologici e alle possibilità di sanificazione degli ambienti.

 

 

 

 

Dott. Umberto Paracchini (SBA)

 

 

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Di seguito l’articolo inserito nella conversione in legge.

2. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’istruzione, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono definiti le linee guida sulle specifiche tecniche in merito all’adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione di cui al comma 1 e gli standard minimi di qualità dell’aria negli ambienti scolastici e in quelli confinati degli stessi edifici, ai sensi della norma tecnica numero 5.3.12 di cui al decreto del Ministro dei lavori pubblici 18 dicembre 1975, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 29 del 2 febbraio 1976, in relazione al presente quadro epidemiologico e alle conoscenze sulla dinamica dei contagi da virus aerei.”