Smart Buildings Alliance for Smart Cities è stata fondata nel 2021 e mira ad organizzare la promozione del settore degli edifici intelligenti all’interno della Città Digitale, associando tutti gli stakeholder, combinando la trasformazione digitale e quella energetica a beneficio dell’utente.
Il gruppo WG10 si occupa della revisione delle professioni anche ai sensi del Regolamento adottato con il decreto interministeriale n. 37 del 22 gennaio 2008.
A parlarne è Giuseppe Pugliese, chairman del working group.
Perché un gruppo di lavoro dedicato ad un decreto interministeriale?
Perché questo provvedimento tenta di raggiungere quattro obiettivi:
a) il riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici;
b) la definizione di un reale sistema di verifiche degli impianti di cui alla lettera a) con l’obiettivo primario di tutelare gli utilizzatori degli impianti garantendo una effettiva sicurezza;
c) la determinazione delle competenze dello Stato, delle regioni e degli enti locali secondo i principi di sussidiarietà e di leale collaborazione;
d) la previsione di sanzioni in caso di violazione degli obblighi stabiliti dai provvedimenti previsti dalle lettere a) e b).
Questi obiettivi sono contenuti nel decreto-legge 30 settembre 2005 n. 203, convertito con modificazioni dalla legge 2 dicembre 2005 n. 203, articolo 11-quaterdecies recante “Interventi infrastrutturali, per la ricerca e per l’occupazione“.
Perché scrivo “… tenta di raggiungere …“.
- Perché, relativamente al punto a), per esempio, il provvedimento non si riferisce alle attività di installazione di tutti gli impianti all’interno degli edifici. Non vengono considerati gli impianti connessi a reti di distribuzione, se non dal punto di consegna della fornitura (art. 1 comma 1). In merito alla realizzazione della digitalizzazione all’interno degli edifici, per esempio, non c’è nessuna precisazione normativa di quale sia il “punto della fornitura”.
Relativamente alle Telecomunicazioni non appare esserci stato nessun tipo di riordino visto che l’articolo 2 testualmente recita: “… ai fini dell’autorizzazione, dell’installazione e degli ampliamenti degli impianti telefonici e di telecomunicazione interni collegati alla rete pubblica, si applica la normativa specifica. …“.
Forse questo è il motivo per il quale quando viene a casa dell’utente il tecnico del gestore dei servizi di rete di telecomunicazione (dati e voce) ed installa una una borchia ed un router oppure lascia fibre ottiche volanti dentro le scatole poste lungo le scale non viene rilasciata alcuna certificazione prevista dal detto regolamento per gli altri impianti. Ciò significa che anche il punto b), relativo alle verifiche, per gli impianti di telecomunicazione, è inattuato: nessun nuovo sistema di verifica.
Qualcuno afferma che agli impianti telefonici (trasmissione fonia/dati) interni degli edifici collegati alla rete esterna non si applica il nuovo decreto, poiché l’installazione di tali impianti è regolata dalla Legge 109/1991 e relativo D.M. 23/05/1992 n. 314.
Chiedo, prima di tutto a me stesso, perché mai il CEI abbia costitituito un gruppo di oltre 50 professionisti che hanno lavorato per circa 5 anni ed elaborato una Guida tecnica specifica a fronte di un impianto che poi non viene utilizzato per il suo scopo principale.
- Perché, relativamente al punto c) i principi di sussidiarietà e di leale collaborazione dovrebbero valere anche con i cittadini.
Ma se nella relazione del Governo al decreto legislativo 33/2016 è scritto che i proprietari immobiliari sono assimilati a gestori delle infrastrutture presenti nelle loro proprietà ci saremmo dovuti aspettare:
– l’applicazione sistematica della norma che ha recepito la Direttiva 61/2014 sulla digitalizzazione del Paese (introduzione dell’art. 135-bis nel Testo Unico dell’edilizia) sull’obbligo di realizzazione dell’impianto multiservizio in fibra ottica ex guida CEI 306-2 nei nuovi edifici la cui licenza edilizia è stata rilasciata dopo il 1° luglio 2015 (circa 300k abitazioni). Obbligo sostanzialmente disatteso in tutto il Paese.
– l’utilizzo degli impianti multiservizio in fibra ottica, realizzati ai sensi delle norme vigenti, per veicolare i nuovi servizi a banda ultralarga. Cosa mai accaduta.
4. Perché, relativamente al punto d), la vera sanzione era prevista nell’articolo 13 che è stato prontamente abrogato poco tempo dopo (decreto legge 25 giugno 2008 n. 112 convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133). La norma prevedeva l’obbligo della consegna della documentazione in caso di locazione o vendita con la garanzia in ordine alla conformità degli impianti alla vigente normativa in materia di sicurezza.
Le sanzioni oggi in vigore in merito al DM 37/2008 non hanno nessun effetto deterrente sugli impianti non realizzati.
Gli effetti della non applicazione di quanto previsto nel decreto sono molto importanti ed hanno impatti con la fortissima evoluzione del settore.
Il sistema si è evoluto ad una velocità sempre crescente.
Alla necessità della digitalizzazione si è aggiunta la guerra in Ucraina ed il problema dell’energia.
La Comunità europea è intervenuta con provvedimenti straordinari.
La gestione delle telecomunicazioni e dell’energia all’interno degli edifici è oggi strategica e fondamentale per la ripresa economica.
Nel nostro Paese abbiamo il paletto della non applicazione di regole condivise che di fatto creano inefficienze e rallentamenti in moltissime attività.
L’attività del gruppo WG10 si riferisce alla definizione di best practices che erano già importanti 3 – 4 anni fa ed oggi sono strategiche.
Il mancato riconoscimento della titolarietà delle infrastrutture di rete a banda ultralarga presenti nell’edificio blocca la remunerazione del proprietario per l’investimento che dovrebbe fare.
Questo blocco allunga i tempi della realizzazione della rete, aumenta i costi per il Paese e diminuisce la capacità del proprietario di gestire gli altri servizi comuni e privati che l’impianto è in grado di svolgere.
Nessuna pubblica amministrazione e neanche l’Autorità regolatrice del mercato competente, AGCOM, ha voluto considerato il fatto che l’impianto multiservizio costa meno dell’importo equo e non discriminatorio da essa stessa riconosciuto al gestore e pagata dagli utenti nella bolletta telefonica.
In questa situazione gli edifici non hanno una rete al proprio interno in grado, per esempio, di gestire tutti i dati relativi all’auto produzione ed all’auto consumo di energia da fonti rinnovabili, oggetto, fra le altre cose, della Direttiva (UE) 2018/2001 del parlamento Europeo e del Consiglio del 11 dicembre 2018 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili.
Se un edificio i residenti iniziano l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, dovranno anche procedere all’autoconsumo. Questo processo deve essere monitorato puntualmente. Come si fa senza una rete nell’edificio?
La mancata infrastrutturazione efficiente ed efficace sulla digitalizzazione crea maggiori costi e tempi lunghi anche in merito all’energia.
Questa situazione complica anche lo sviluppo della mobilità elettrica che ha necessità di energia nelle residenze.
Con lo stesso procedimento le nuove infrastrutture energetiche si integreranno meglio con le telecomunicazioni se la realizzazione è lasciata ai proprietari immobiliari.
Vale per tutti l’esempio del rifacimento delle colonne montanti elettriche vetuste (delibera ARERA 467/2019 e 331/2018) indispensabile per la transizione energetica.
Quando si dovrà rifare la rete di distribuzione del gas all’interno dell’edificio si avranno gli stessi problemi. Perchè allora non procedere con un incentivo unico ed integrato per il rifacimento dei verticali, approntandoli alla digitalizzazione ed applicando a tutti gli impianti i medesimi perimetri di proprietà e responsabilità, semplificandone realizzazione e manutenzione?
Riteniamo di poter fornire fattiva collaborazione anche alla operatività del SINFI, quale strumento indispensabile per la gestione di tutte le infrastrutture del Paese, indispensabili anche all’interno degli edifici.
La collaborazione tra proprietari immobiliari, professionisti, impiantisti, aziende produttrici in leale collaborazione con le Autorità di regolazione ed i gestori delle infrastrutture di rete, tlc ed energia, è la scelta che assicura i migliori risultati sotto tutti i profili.
Un compito non da poco per il Working Group.
Siamo sul campo per parlare con la Pubblica Amministrazione a tutti i livelli, i gestori delle infrastrutture di telecomunicazione e di energia, i proprietari immobiliari, e tutti gli altri attori coinvolti, e tra questi le aziende di produzione ed i professionisti per far capire loro la situazione ed il nostro punto di vista.
Siamo sul campo anche per parlare ai rappresentanti degli enti locali, che meglio di molti altri conoscono le vere necessità dei cittadini per i quali amministrano i pubblici servizi locali.
Siamo sul campo perché mettiamo al centro del problema il cittadino e le sue necessità.
Ci aiuta la conoscenza della situazione presente in altri Paesi dell’Unione Europea.
Cerchiamo di essere presenti in tutte le manifestazioni che vengono organizzate nel territorio, dando importanza anche alla formazione dei giovani che potrebbero trovare in questo settore un vero e stabile lavoro.
Chiediamo di essere sentiti, interrogati verificati in tutto quello che scriviamo e diciamo.
Per il bene del Pese!