Si è da poco conclusa la consultazione del MASE sulla proposta di PNIEC, che constava di ventuno domande su diversi temi contenuti appunto nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia ed il Clima. Naturalmente SBA ha sentito il dovere di esprimersi nelle modalità che sono congeniali all’associazione: creando un gruppo di lavoro di esperti volontari che hanno inteso delineare una posizione che tuteli gli interessi dei cittadini coniugandoli con le non procrastinabili necessità di raggiungimento degli obiettivi comunitari in materia di decarbonizzazione e digitalizzazione e conseguente salvaguardia del pianeta.

SBA ha espresso solo una parziale soddisfazione in merito al focus del PNIEC proposto, ma soprattutto un forte dubbio circa la possibilità di trasformare un impegno programmatico generale in un ruolino di marcia serrato, sostenibile, ma soprattutto realmente vantaggioso per i cittadini.

SBA vede la necessità di avere un chiaro regolamento d’attuazione con scadenzari incalzanti coadiuvati da meccanismi incentivanti per l’esecuzione dei programmi nei termini e poi penalizzanti fino alla coercizione dopo la scadenza. A tale proposito si è posto l’accento sulla necessaria scientificità e scalabilità dell’intervento, ponendo maggiori urgenze sui soggetti giuridici o privati in funzione del dato aggregato dei consumi energetici e delle emissioni di CO2 da questi espressi. Evidentemente il maggior impatto positivo sull’ambiente assieme alla più rapida capacità di esecuzione dipenderà da quanto velocemente questi grandi emettitori di CO2 (gruppi industriali, flotte di mezzi di trasporto commerciale, proprietari o gestori di parchi immobiliari) saranno in grado di raggiungere la neutralità carbonica. Alcuni potranno persino andare a saldo negativo di emissione e con un percorso virtuoso sostenuto dai certificati bianchi aiuteranno altri attori che per limiti imprevedibili potrebbero non riuscire a conseguire completamente la neutralità carbonica, qualora non sia possibile costituire fra questi una CER.

COME INTERVENIRE

In merito a come conseguire gli obiettivi SBA ha espresso il parere che sarebbe il caso di lasciare completo libero arbitrio a questi soggetti in merito alla modalità di esecuzione ed alle tecnologie da adottare per raggiungerli, dando possibilità di scelta all’investitore in funzione di ciò che risulti essere più conveniente, rapido, disponibile, focalizzandosi unicamente sui dati di consumo ed emissione misurati e certificati prima e dopo gli interventi.

In questo senso la forzata adozione di una tecnologia è non solo fortemente sconsigliata, ma può rivelarsi alla lunga castrante o persino controproducente.

Ribadiamo quindi che ci si deve focalizzare sui dati di consumo energetico normalizzato, comunemente detti baseline e sulla correlata emissione di CO2, lavorando per perseguirne l’azzeramento o la massima riduzione possibile entro una data stabilita, con dati provenienti da apparecchi di misura certificati secondo gli standard europei i cui dati siano validati in blockchain e conservati in un apposito portale governativo.

In parole povere un gruppo di gestione immobiliare oppure un gruppo industriale dovrebbe fornire il dato di consumo energetico da combustibili fossili degli ultimi tre anni, normalizzarlo in funzione delle variabili ambientali e di produzione, certificarlo e presentare un piano per la decarbonizzazione del gruppo (emissione degli edifici, della produzione, della logistica, dello spostamento dei dipendenti) entro una data precisa. A partire dalla quale le apparecchiature di misura installate pubblicheranno i dati attraverso una blockchain su di un portale governativo per certificare il risultato raggiunto in termini di riduzione delle emissioni di CO2.

Lo stesso esempio lo si potrebbe fare per un gruppo logistico che dovrebbe dichiarare il consumo normalizzato di carburanti con effetti clima-alteranti utilizzati negli ultimi tre anni e presentare un piano per l’azzeramento delle emissioni pubblicando nel medesimo modo i nuovi consumi normalizzati di carburanti non clima alteranti usati.

La necessità di avere un portale pubblico deriva dalla necessità di una repository unica e pubblica che consenta di verificare immediatamente la congruità del dato trasmesso attraverso un’analisi di benchmark con la media standard degli utilizzatori omogenei. Eventuali deviazioni rispetto alla media saranno oggetto di ispezione da parte di agenti governativi per la conseguente verifica di errori, illeciti o incongruenze.

Diventa dunque imperativo completare la digitalizzazione del paese per dare ad ogni edificio la giusta connettività alla BUL come previsto dall’agenda europea al pari di una implementazione a tappeto della normativa UNI EN 52120, applicandola a qualunque edificio in uso.

I meccanismi di incentivo dovrebbero essere proporzionali all’abbattimento delle emissioni, e nel caso di soggetti produttivi, alla salvaguardia dei posti di lavoro ed al miglioramento della competitività della produzione a valle dell’intervento di efficientamento.

L’erogazione degli incentivi in fase di progettazione e realizzazione dovrebbe essere garantita da enti finanziatori (fondazioni bancarie, cofidi, ect.) che dovrebbero valutare la bontà dell’intervento proposto e poi ricompensati dallo stato con interessi più un delta premiante da condividere col soggetto finanziato in funzione dei citati paramenti, il tutto per un congruo periodo di tempo successivo all’entrata in esercizio del progetto.

Tale strategia con avvio immediato e prospetto a lungo termine sarà in grado di prevenire meccanismi inflattivi e si autososterrà grazie all’impulso e vigore dati alla ricerca e sviluppo di nuove tecnologie autoctone sempre aggiornate per l’efficientamento energetico ed il miglioramento dei processi produttivi, ottimizzando la bilancia degli scambi commerciali specie in ambito energetico e di materie prime rare, attraendo così nuovi fondi di investimento ad operare in Italia.

In merito all’adozione delle rinnovabili ed alla semplificazione del rilascio dei permessi, occorre forzare centralmente l’adozione della V.I.A. semplificata da parte degli enti locali per quegli impianti che lo richiedano. Occorre altresì rimuovere ogni ostacolo burocratico legato ai regolamenti locali per l’installazione di impianti su suoli o edifici privati, fatti salvi quelli vincolati per cui gli enti preposti dovranno collaborare per l’individuazione di soluzioni alternative (leggasi ulteriore accelerazione nella costituzione ed entrata in servizio di CER) alla compensazione delle emissioni di CO2.

A proposito di altri schemi incentivanti, incluso quelli ambientalmente dannosi, SBA è favorevole ad una cancellazione degli stessi ed al dirottamento dei fondi ivi allocati sommandoli ai nuovi per:

  • Il completamento dell’agenda digitale con BUL disponibile ad ogni edificio ed installazione dell’impianto multiservizio
  • L’implementazione di adeguati modelli trasporto comunale, sovracomunale e locale a zero emissioni, aggregando in cluster di mobilità comunità montane, piccole città vicine fra loro, ma lontane dai capoluoghi caratterizzate da modesta capacità economica ed organizzativa
  • L’installazione di apparecchi di misura ed automazione in ogni pertinenza residenziale, privata, pubblica, commerciale, industriale e quindi collegati ad un portale di analisi come precedentemente descritto
  • Installazione di sistemi di integrazione edge con comunicazione standardizzata, aperta per le applicazioni di automazione domestica, commerciale ed industriale a favore dell’interoperabilità e della gestione delle risorse lato utente (DSM: Demand Side Management)

Come associazione di esperti di tecnologia, ma che lavora per i cittadini siamo fiduciosi del fatto che con poche regole chiare e completa libertà di azione, i privati saranno non solo motivati, ma persino felici di partecipare agli obiettivi di conservazione del pianeta nel solco delle direttive comunitarie.