Intervista al chairman del working group che si sta occupando di coordinare temi e attività del summit dell’Associazione, Domenico Di Canosa
Un Summit atteso e che avrà come focus il tema dell’elettrificazione: di questo si occupa il Working Group Digital Energy di Smart Buildings Alliance Italia, il punto del Presidente, Domenico Di Canosa:
Nel WG Sul Summit SBA ci dedichiamo a curare le informazioni che devono essere divulgate e le opinioni che vorremmo vengano messe a confronto in questi eventi. C’è una grossa necessità di concertazione e convergenza attorno ai temi della digitalizzazione e spesso sono enti diversi a studiare, proporre e legiferare in merito ad argomenti che invece si sovrappongono con conseguenze strategiche importanti per il paese. In particolare, nel prossimo SBA Summit vorremmo porre l’accento sulla necessità di convergere verso l’elettrificazione: mobilità, climatizzazione e riscaldamento, necessità di abbandonare i combustibili fossili, implementare auto-consumatori e comunità energetiche. La contemporanea attivazioni di programmi intorno a questi argomenti è insostenibile senza una opportuna concertazione sui sistemi informatici al contorno.
Quali sono gli obiettivi a breve e lungo termine del vostro WG all’interno di Smart Buildings Alliance?
SBA Summit ha il compito non facile di conciliare la digitalizzazione in senso stretto con le tematiche di interesse dei cittadini, che non sono dei tecnocrati. In ambito sanitario, ad esempio, una profonda applicazione di modelli informatici può ridurre drasticamente il primo capitolo di spesa del bilancio dello stato, aumentando esponenzialmente il benessere dei cittadini. Vorremmo avere l’attenzione degli enti sanitari locali per mettere a terra delle proposte ad hoc territorio per territorio in un Summit incentrato su questo argomento e che organizzeremo dopo quello prossimo. Sanità ed energia sono due asset strategici per le quali la cultura globale sottesa non può essere mutuata né da organizzazioni tecniche, né è necessariamente racchiusa in commissioni parlamentari o comitati tecnico-scientifici monolitici. Occorre un confronto ampio e multilaterale che individui vantaggi per tutte le parti in causa, ma soprattutto per i cittadini.
E quali i progetti che avete sviluppato di recente o che avete in cantiere per il prossimo futuro?
Abbiamo appena rilasciato una certificazione, che si chiama R2S, ovvero Ready to Services, per la corretta impostazione dei sistemi digitali negli edifici, che garantisce accessibilità dati ai prestatori pubblici e privati di servizi digitali garantendo sostenibilità, resilienza e continuità di servizio con corretta gestione di privacy e cybersecurity per i rispettivi perimetri di competenza dei privati cittadini, delle imprese e consorzi o condomini che li raggruppano.
Abbiamo allo studio altri “framework” certificativi che, come fa R2S, possano riassumere raccomandazioni per le reti al di fuori degli edifici, affinché sia possibile una corretta accessibilità dei dati di questi importanti asset in coerenza con quanto richiesto dalle leggi nazionali e regionali e dalle necessità di cittadini ed erogatori di servizi che devono accedervi per potersi organizzare.
Quanto conta questo ambito/evento/progetto nel contesto del grande scenario degli edifici intelligenti e della mission dell’associazione?
Essendo essenzialmente una associazione di tutela dei consumatori, con profonda cultura tecnica ed industriale, SBA ha ragione di esistere in primo luogo proprio per generare questo tipo di confronti e pubblicare libri bianchi e raccomandazioni che agiscano da raccordo fra le parti in causa: enti governativi, comitati ed associazioni tecniche e singolo cittadino. La caratura europea di SBA, che volge il suo sguardo anche oltre i confini UE, la rende di fatto l’unica entità sovranazionale e di raccordo che può avere un peso su questi temi presso la Commissione Europea e gli altri enti normatori del mondo dell’IT, cui a livello nazionale praticamente ci si adegua. La convergenza fra Information Technology e l’Operation Technology negli edifici sta iniziando a vedere la luce solo adesso in Italia, grazie agli investimenti passati relativi a digital compass ed agenda digitale. L’errore che si intravede all’orizzonte, nell’incedere a cadenze diverse rispetto agli erogatori di servizi, è che de facto la BUL rimanga un grande asset inaccessibile e che finisca con il non produrre ricchezza e benessere in proporzione al potenziale che ha. La rete digitale non è solo velocità di accesso al web, ma un contenitore di servizi che devono essere democraticamente accessibili per ogni cittadino in sicurezza in qualunque posto egli si trovi in Italia. Nell’erogazione di sempre maggiori servizi sanitari digitali a domicilio, pensare che esista un concetto di “aree a fallimento di mercato” non è umanamente concepibile…