Il Vicepresidente dell’associazione racconta quanto accaduto e dibattuto in occasione di SBE23 – Smart Building Expo, fiera che si è svolta a Milano a metà novembre 2023.

 

In questa edizione della fiera, SBA Italia ha animato delle presentazioni, sempre sul nostro caro tema della digitalizzazione, secondo la formula dell’arena aperta. In altri termini gli oratori, tra cui il sottoscritto, si sono prodotti non in una sala chiusa, come abbiamo fatto nell’edizione precedente, ma in uno spazio posto tra le corsie di passaggio dei visitatori. Ciò ha consentito di raccogliere un pubblico differente, probabilmente meno orientato e predisposto al tema specifico, in molti casi addirittura sorpreso dal tema proposto. L’esperienza, per quello che mi riguarda, è stata decisamente stimolante: senza entrare in troppi dettagli sui temi che ho proposto, connessi alla predisposizione digitale dell’edificio residenziale, ho potuto raccogliere luci e ombre dai professionisti che costituiscono il nerbo del nostro mestiere.

 

 QUALI SONO STATI GLI aspetti positivi?

 La partecipazione è stata massiccia, nonostante la mancanza di preavviso legata alla modalità di presentazione scelta: quando ho iniziato ad esporre gli argomenti, in molti si sono fermati, hanno ascoltato con attenzione, alcuni si sono potuti sedere nello spazio predisposto, mentre la maggior parte ascoltava in piedi, nelle corsie di passaggio. Alla fine dell’intervento molte domande; non solo, la discussione è continuata poi coi singoli professionisti. Insomma, interesse per l’applicazione della legge 164, del T.U. dell’edilizia (par. 35 bis sulle montanti multiservizio), sia sui lati tecnici, come la guida CEI 306-2, sia sulle conseguenze penali del mancato rispetto delle leggi suddette. Segno che il tema è caldo e compreso, c’è curiosità, che è sempre una buona cosa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 CI SONO STATE ALTRE CRITICITA’ EVIDENTI?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tra gli aspetti meno positivi ho potuto riscontrare un ridotto livello di informazione medio. Solo una modesta percentuale degli addetti ai lavori era già al corrente delle tematiche esposte, nonostante che l’obbligo dell’applicazione della legge suddetta risalga addirittura al 1° luglio 2015. In molti hanno scoperto con sorpresa, ad esempio, che senza l’implementazione dell’impianto multiservizio negli edifici nuovi o comunque con progetto non si possa ottenere l’agibilità, con tutte le conseguenze del caso. Parimenti in molti non conoscevano l’obbligo del deposito del progetto infrastrutturale al SINFI, il catasto degli impianti. Dalle domande che ho rivolto di converso, ho potuto appurare un aspetto del mercato italiano che ci penalizza, soprattutto in relazione alla situazione dell’estero europeo: la maggior parte degli studi di progettazione che ho intervistato era di piccola o piccolissima dimensione e, quasi sempre, questi erano privi di un professionista specializzato nella parte infrastrutturale digitale e nei sistemi funzionali integrati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Risulta evidente la necessità di una formazione specifica, e del ruolo importantissimo che può e deve avere Smart Buildings Alliance Italia nel panorama professionale italiano.