In Italia c’è un milione di condomìni, dove vivono 14 milioni di famiglie. Il 60% degli Italiani, quindi la maggioranza, vive in condominio, e la digitalizzazione del nostro Paese passa necessariamente attraverso questa forma di aggregazione sociale e funzionale.

Sono pertanto particolarmente grato di essere stato invitato da ANACI, Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari, in un convegno intitolato alla “Transizione ecologica, digitale e della sicurezza in condominio”, dove i professionisti della gestione della casa si sono interrogati sul proprio ruolo nell’attuale evoluzione tecnologia e sociale, e si sono confrontati con l’amministrazione pubblica.

La cosa che sorprende è scoprire che in sede politica il condominio non sia riconosciuto come interlocutore e decisore di modernizzazione, o lo sia in parte, e oltretutto in maniera scoordinata tra interventi di natura diversa. Come esempi di schizofrenia istituzionale prendiamo ad esempio due interventi di natura tecnologica: il rifacimento delle colonne montanti energetiche vetuste, cioè quelle costruite prima del 1970, prevede come essenziale il passaggio in assemblea condominiale; la velocizzazione della connessione internet e il superamento del divario digitale, che prevede l’erogazione di contributi statali, sono visti invece dal Governo come una questione da regolare tra operatori e famiglie, come se lo scopo di internet fosse limitato alle mura domestiche e non interessasse invece anche la gestione dell’edificio stesso.

Sia chiaro che, se non si collega proprio l’edificio condominiale (e non solo le famiglie) a una rete dati performante, molti servizi particolarmente importanti per la nostra società come il risparmio energetico; la sicurezza dell’immobile; la ricarica dei veicoli elettrici nei parcheggi comuni; la creazione di comunità di produttori-consumatori di energia elettrica, saranno realizzati con grande difficoltà o non saranno realizzati per niente. Se l’edificio non è connesso, non esiste Smart City e non esiste Smart Grid.

Il condominio potrebbe essere invece, per il suddetto 60% degli Italiani, un acceleratore formidabile per raggiungere gli obiettivi di digitalizzazione che servono al Paese, riassunti da PNRR e definiti dalla Comunità Europea, sui quali siamo già in profondo ritardo. Gli amici di ANACI, e più in generale tutti i professionisti al servizio del condominio, sono potenzialmente gli attori principali della trasformazione dell’edificio da puro riparo a hub di servizi per la persona e per la società. Basterebbe riconoscere che un impianto digitale di comunicazione segue le stesse regole di altri “fluidi”, come l’energia elettrica, il gas e l’acqua. Lo Stato dimentica spesso anche le leggi che esso stesso ha promosso e approvato, come la legge 164 del 2014, che definisce come riferimento normativo e tecnologico per l’edificio residenziale una dorsale in fibra ottica, a servizio della comunità intera e contemporaneamente di tutti i singoli. Per queste ragioni SBA Italia, con i suoi esperti di tecnologia, sarà al fianco degli amministratori condominiali e dei condomini in questa vitale campagna di modernizzazione e abilitazione dei servizi.

 

di Ernesto Santini