Cristina Burdino, Elisabetta Bracci e Luca Nadir raccontano il focus e gli obiettivi del Working Group “Facility Management” interno a Smart Buildings Alliance Italia

 

Lo Scopo del nostro working group è di essere punto di riferimento e centro di expertise per le tematiche tecniche e manageriali dello Smart Facility, inteso come l’applicazione della trasformazione digitale all’intera filiera del facility management, concernente i servizi all’edificio, alle persone ed agli spazi costruiti.
L’ambito di riferimento è il seguente:
– Facility Management (gestione di servizi ed infrastrutture del patrimonio Immobiliare)
– Asset Management (gestione delle componenti del patrimonio Immobiliare)
– Proptech (nuovi modelli di business per la filiera immobiliare)

 

Quali sono gli obiettivi a breve e lungo termine del vostro Working Group all’interno di Smart Buildings Alliance?

All’interno dell’ambito immobiliare e urbano i nostri obiettivi sono:
– Approfondire e promuovere le tematiche della digital transformation
– Condividere best practices, generare next practices, sviluppare white paper
– Organizzare piani di divulgazione e formazione (seminari, convegni, corsi)
Gli Stakeholders che possono essere coinvolti in questo percorso sono:
– Operatori della richiesta di servizi: facility manager, maintenance manager, service manager, project manager, asset manager
– Operatori dell’offerta di servizi: player dell’hard e soft facility management
– Software House e produttori di componentistica
– Proptech e Start Up: società di servizi innovativi per la trasformazione digitale della filiera immobiliare
– Università e Centri di Ricerca
– Sistemi Ordinistici: ordine ingegneri, periti, architetti, altri sistemi ordinistici”

 

Nell’ambito dei progetti di recente fattura o di prossima realizzazione, inoltre, “sono in programma di organizzare dei workshop sull’argomento per condividere il know dei membri SBA con attori chiave del settore esterni all’associazione”.

 

Quanto conta questo ambito di appartenenza nel contesto del grande scenario degli edifici intelligenti?

Gli edifici sono responsabili di circa il 40% del consumo energetico e producono il 36% di tutte le emissioni di CO2 nell’UE. Aumentarne l’efficienza energetica contribuirebbe a ridurre le emissioni, a rendere persone e imprese meno vulnerabili ai prezzi dell’energia e a sostenere la ripresa economica e la creazione di posti di lavoro. Lo afferma l’Unione Europea, che ha avviato per questo la strategia Renovation Wave, nel 2020. Essa stabilisce misure volte ad almeno raddoppiare il tasso annuo di riqualificazione energetica entro il 2030.

La Commissione UE ha anche avviato la revisione della direttiva EPBD sul rendimento energetico degli edifici, parte del programma di lavoro della Commissione “Fit for 55” e del raggiungimento di un parco edilizio a zero emissioni entro il 2050.
Per arrivare a questo obiettivo ambizioso occorre lavorare su più ambiti. Oltre alla scelta dei materiali e degli impianti più adatti per elevare l’efficienza energetica, è fondamentale gestire in modo ottimale gli impianti per ottimizzarne i consumi di energia e fornire il miglior comfort possibile a chi vi abita.
Da qui nasce lo smart building, “un insieme di tecnologie di comunicazione che consentono a diversi oggetti, sensori e funzioni all’interno di un edificio di comunicare e interagire tra loro e anche di essere gestiti, controllati e automatizzati in modo remoto”.
L’obiettivo è dunque riuscire a implementare le giuste strategie per ottenere edifici intelligenti più efficienti.
Ciò consentirà all’utente di vivere un’esperienza senza soluzione di continuità grazie all’integrazione del software e dell’ecosistema esistente, comprese le applicazioni di terze parti, grazie alla connettività aperta ai partner e fornitori e alle interfacce aperte di programmazione delle applicazioni (API).

Applicazioni modulari, abilitati dall’intelligenza artificiale e sicurezza informatica integrata, faciliterà anche la co-creazione con i clienti ed i partner per affrontare più rapidamente le loro sfide grazie all’apertura e alla tecnologia cloud che permetterà di utilizzare la trasformazione digitale in modo più semplice, veloce e su larga scala.
Obiettivo comune è pensare piattaforme digitali aperte che comprendano un accurato portafoglio di hardware OT e software abilitati da IoT, un ecosistema di partner sempre più numerosi e un mercato in rapida evoluzione per accelerare la trasformazione digitale”.